Fra le criticità la bassa affluenza in alcune aree (nella capitale un misero 21%) e l’assenza di una visione nazionale sul decentramento. Un fattore che blocca l’emergere di una autorità locale veramente autonoma. Un passo comunque positivo nella prospettiva delle elezioni politiche del maggio 2026.
L’annuncio di Trump potrebbe innescare una “distensione” economica oltre a favorire il ritorno dei rifugiati siriani. Ricostruzione, scambi commerciali e bancari saranno di nuovo possibili fra Beirut e Damasco. E resta sullo sfondo la possibile normalizzazione con Israele. Walid Joumblatt ricorda la condizione principale per i Paesi arabi: “La pace in cambio dei territori”.
Un centinaio di morti negli scontri tra milizie druse e sunniti nei pressi di Damasco e Soueida. Il capo religioso druso in Siria invoca l’intervento internazionale. In Libano manifestazioni di gruppi ostili al regime islamista siriano. Joumblatt annuncia accordo di principio con Damasco. Israele oggi all’alba ha bombardato l’area attorno al palazzo presidenziale siriano per avvertimento.
Capi civili e religiosi hanno reso omaggio alla memoria del pontefice argentino. Sotto la sua guida la Chiesa ha completato gli sforzi iniziati dai predecessori per avvicinare islam e cristianesimo di fronte all’escalation del fondamentalismo. Dalla crisi bancaria all’esplosione al porto di Beirut, la vicinanza del papa davanti alle grandi tragedie della storia recente del Paese.
L'appello in occasione dell'anniversario di un conflitto che ha una data di inizio, ma manca ancora quella della fine. La Chiesa maronita pronta a formare un comitato di saggi chiamati per superare “conflitti e amnesie”. Un monito presente anche nell’esortazioni apostolica sul Libano di Giovanni Paolo II, che aspetta ancora di essere attuata. Il Paese dei cedri troppo a lungo “satellite” della Siria e dell’Iran.
Ad AsiaNews lo studioso giordano Al Sabaileh definisce “probabili” le voci di una cessione delle armi da parte di diversi gruppi sciiti attivi in Iraq. Decisiva la pressione degli Stati Uniti e il timore dell’apertura di un ultimo fronte dopo Siria, Libano e Yemen. Ma con la fine della lotta armata “anche il loro peso politico non sarà più lo stesso” in vista delle elezioni di ottobre.